But the city does not tell its past,
it contains it like the lines of a hand,
written in the corners of the streets, in the window grates,
in the handrails of the stairs, in the antennas of the lightning rods,
each segment, in turn, striped with scratches, serrations, carvings, svirgole “
by Italo Calvino “The invisible cities”
Investigating reality through colors is a way of understanding things, the world in its becoming; in their universality the colors dilate the microcosm of observation in which we are all immersed every day, until it becomes a bearer of boundless meanings. In their encounter with the world of colors, as an instrument of expressive knowledge subjective and objective analysis, painting and photography together become one the result of abandoning our fantastic component and visible expression of our personal creative and interpretative spirit. It is a continuous oscillation between rational and irrational, between order and disorder, between the “natural world” and the “man-made world”: a dichotomy that, through color, disappears to become, through painting and photography, the same thing. Why does man color things? Color is a means of representation, relationship and communication at various levels, through one of the most important receptor means: sight.
The view captures the light, the image of reality which, codified by the brain, becomes part of man’s cognitive heritage, of his growing culture, modified and modifying the collective baggage of knowledge and messages, in a continuous exchange of feelings and information. Our task is transformed into an opportunity to communicate meanings and messages that can bring to light the role that color must play in the creative design practice of the person who uses it, beyond diversified motivations, making the visual importance re-emerge and the relationship between colors, the environment, nature and the visual stimulations that this relationship produces on man.
From the meeting with Michele Provinciali, an unconditional passion for study and research towards the surrounding area and an increased sensitivity for the world of things, objects of daily use, sensitivity expressed by openness, has increasingly grown in me acquired and necessary, for a correct approach towards the analysis of the chromatic phenomenon and the close “space-time” relationship between light, color and matter.
With attention and respect, albeit in a critical sense, of the history, tradition and culture of the place, I tend to reinterpret signs and logos along the lines of memory; a reading of reality in a poetic and philosophical key through which I try to witness the present, in all its aspects, coherent or contradictory, never forgetting our origins which, in sign and gesture, come back to mind in each of us .
“ Ma la città non dice il suo passato,
lo contiene come le linee di una mano,
scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre,
negli scorrimano delle scale, nelle antenne dei parafulmini,
ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole”
da Italo Calvino Le città invisibili
Indagare la realtà attraverso i colori è un modo per comprendere le cose, il mondo nel suo divenire; nella loro universalità i colori dilatano il microcosmo di osservazione nel quale quotidianamente noi tutti siamo immersi, fino a farlo divenire portatore di significati senza confine. Nel loro incontro con il mondo dei colori, da strumento di conoscenza espressiva soggettiva ed analisi oggettiva, pittura e fotografia diventano, assieme, una sola cosa, frutto dell’abbandono alla nostra componente fantastica ed espressione visibile del nostro personale spirito creativo ed interpretativo. E’ una continua oscillazione tra razionale ed irrazionale, tra ordine e disordine, tra il “mondo natura” ed il “mondo costruito” dall’uomo: una dicotomia che, attraverso il colore, scompare per divenire, tramite la pittura e la fotografia, la stessa cosa.
Perché l’uomo colora le cose? Il colore è un mezzo di rappresentazione, di relazione e di comunicazione a vari livelli, attraverso uno dei più importanti mezzi recettori: la vista. La vista capta la luce, l’immagine della realtà che, codificata dal cervello, entra a far parte del patrimonio conoscitivo dell’uomo, della sua cultura crescente, modificata e modificante il bagaglio collettivo di conoscenza e di messaggi, in un continuo scambio di sensazioni e informazioni. Il nostro compito si trasforma in un’occasione di comunicare significati e messaggi che possano riportare alla luce il ruolo che il colore deve avere nella prassi progettuale creativa di colui che ne fa uso, al di là di diversificate motivazioni, facendo riemergere l’importanza visiva e di relazione tra i colori, l’ambiente, la natura e le stimolazioni visive che tale relazione produce sull’uomo. Dall’incontro con Michele Provinciali si è sempre di più accresciuta in me un’incondizionata passione di studio e di ricerca verso il circostante ed una maggiore sensibilità per il mondo delle cose, degli oggetti d’uso quotidiano, sensibilità espressa dall’apertura mentale, acquisita e necessaria, per un corretto approccio verso l’analisi del fenomeno cromatico e dello stretto rapporto “spazio-temporale” tra luce, colore e materia. Con attenzione e rispetto, sia pure in senso critico, della Storia , della Tradizione e della Cultura del Luogo, tendo a reinterpretare segni e logotipi sul filo della memoria; una lettura della realtà in chiave poetica e filosofica attraverso la quale cerco di testimoniare il presente, in ogni suo aspetto, coerente o contraddittorio, non dimenticando pero’ mai le nostre origini che, nel segno e nel gesto, tornano alla mente in ognuno di noi.