Urban color plans_Piani urbani del Colore

Piano del Colore di Torino (1983) : bozzetti colore fronti edilizi Corso Francia da Piazza Statuto a Piazza Bernini, eseguiti in collaborazione con il collega di università Carmelo Grasso, nell’ambito del Corso di Decorazione Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino docente Prof. Arch. Giovanni Brino, assistenti Arch.tti Germano Tagliasacchi e Riccardo Zanetta.

Piano del Colore del Centro Storico di Pesaro (1990) : redazione del Piano del Colore del centro Storico, Mostra alla ex Chiesa della Maddalena e Dibattito con la partecipazione degli Arch.tti Germano Tagliasacchi e Riccardo Zanetta

Piani del Colore dei Centri Storici di Montelabbate, Monteciccardo e Gradara

Piano del Colore di Saludecio (RN) : coordinamento per il Comune Dr.ssa Antonella Alagia, hanno collaborato ai rilievi l’arch. Guido Crescentini ed il geom. Tommaso Giunti

ENG_The possible chromatic varieties present in nature express very well the variability of the human spirit, of its appearance and its attitude, in relation to the events and changes that take place around it. In many cases it is precisely through the color that man expresses himself, his life, his culture, the feelings and sensations he receives from the microcosm in which he is immersed and from the space-time dilation to which he is subjected through communications and the mass media. The man who colors the environment expresses himself and his time, enters into a relationship with others in a sort of chromatic conversation, sends messages through color and tends to identify his own way of being in it. Through color he brings to light his own interiority, his conditioned and conditioning psychology. Color becomes one of the means of comparison and relationship with the environment, a way of appropriating and feeling an integral part of the environment itself. Other times a way to place oneself in defensive or conflictual antagonism such as to modify the same unpleasant or unwanted perception. So the environment modified by man also through color, will be the faithful mirror of the sentiment and will of those who live and work in it, whether single or community, and will tend to settle down as historical testimony to become a message of tradition and culture, example for the following generations. It is therefore appropriate to avoid the drying up of the chromatic language, which very often tends to follow codes and application references in relation to the products and colors marketed, according to economic criteria; or the normalization of the urban image that must defend its complex and multiple aspect, all provided that it is included in a sort of “code of conduct” in defense of a broader framework of social interests that must in any case be kept in mind . Each community must be free to express its own colors linked to tradition and to the changes that come from experience, the latter, however, must necessarily be the result of a sincere awareness, the result of a debate, of a comparison with one’s past , with history. Color can stimulate dissimilar feelings and sensations in humans, emotions, sympathies and aversions that determine and modify its relationship behavior between itself and the outside world. The color thus becomes a symbol of communication of something that is within us. The color manages to unite deep differences or divide them more; other times it recalls associations between apparently unrelated things, makes them stand out or disappear within the visual context of reference. Color can classify, order, designate, distinguish, associate, oppose or hierarchize the organizational and reference models of our daily life, guide us like a compass towards understanding the phenomena of social relationship.
Contents and Objectives of the Color Plan
The Color Plan aims to create a general framework of reference, within which to stimulate careful control and correct intervention of the paint on the facades, in relation to the history, style and use of materials. in past ages, in close relationship with the methods and techniques of restoration. The Color Plan is and must be considered as a variable tool, open to any critical contribution that may mature in the course of its application, and therefore accept different choices also in opposition to itself if these choices are more suitable for achieving the objectives of harmony and integration with architecture and the urban environment, objectives repeatedly reaffirmed and which are the basis of the Color Plan.

ITA_ Le varietà cromatiche possibili e presenti in natura, esprimono molto bene la variabilità dello spirito umano, del suo aspetto e del suo atteggiamento, in rapporto agli avvenimenti ed ai mutamenti che avvengono intorno a lui. In molti casi è proprio attraverso il colore che l’uomo esprime se stesso, la propria vita, la propria cultura, i sentimenti e le sensazioni che riceve dal microcosmo in cui è immerso e dalla dilatazione spazio-temporale cui è soggetto attraverso le comunicazioni ed i mass-media. L’uomo che colora l’ambiente esprime se stesso ed il proprio tempo, entra in relazione con gli altri in una specie di colloquio cromatico, lancia dei messaggi attraverso il colore ed in esso tende ad identificare il proprio modo di essere. Attraverso il colore egli porta alla luce la propria interiorità, la propria psicologia condizionata e condizionante. Il colore diventa uno dei tramite di confronto e di relazione con l’ambiente, un modo per appropriarsi e sentirsi parte integrante dell’ambiente stesso. Altre volte un modo per porsi in antagonismo difensivo o conflittuale tale da modificare la stessa percezione spiacevole o indesiderata. Così l’ambiente modificato dall’uomo anche attraverso il colore, sarà lo specchio fedele del sentimento e della volontà di chi in esso vive e lavora, sia singolo o comunità, e tenderà a sedimentarsi come testimonianza storica per divenire messaggio di tradizione e cultura, esempio per le generazioni seguenti. Risulta quindi opportuno evitare l’inaridimento del linguaggio cromatico, che molto spesso tende a seguire codici e riferimenti applicativi in relazione ai prodotti ed alle tinte commercializzate, secondo criteri economici; ovvero la normalizzazione dell’immagine urbana che deve difendere il proprio aspetto complesso e molteplice, il tutto a patto che sia inserito in una sorta di “codice di comportamento” a difesa di un più ampio quadro di interessi sociali che va in ogni caso tenuto presente. Ogni comunità deve essere libera di esprimere i propri colori legati alla tradizione ed ai cambiamenti che nascono dall’esperienza, questi ultimi però devono necessariamente essere il frutto di una presa di coscienza sincera, il risultato di un dibattito, di un confronto con il proprio passato, con la storia. Il colore può stimolare nell’uomo sentimenti e sensazioni dissimili, emozioni, simpatie ed avversioni che determinano e modificano il suo comportamento di relazione tra se e il mondo esterno. Il colore diventa così un simbolo di comunicazione di qualcosa che è dentro di noi. Il colore riesce ad accomunare differenze profonde o dividerle maggiormente; altre volte richiama delle associazioni tra cose apparentemente senza relazione, le fa risaltare o scomparire all’interno del contesto visivo di riferimento.
Il colore può classificare, ordinare, designare, distinguere, associare, opporre o gerarchizzare i modelli organizzativi e di riferimento del nostro vivere quotidiano, guidarci come una bussola verso la comprensione dei fenomeni di relazione sociale.
Contenuti ed Obiettivi del Piano del Colore
II Piano del Colore ha come obiettivo quello di creare un quadro generale di riferimento unitario, all’interno del quale stimolare un attento controllo ed un corretto indirizzo di intervento delle tinteggiature sulle facciate, in relazione alla storia, lo stile e l’uso di materiali in epoche passate, in stretta relazione con le modalità e le tecniche di restauro. Il Piano del Colore è e dovrà essere considerato come uno strumento variabile, aperto a qualsiasi contributo critico che possa maturare nel corso della sua stessa applicazione, ed accettare quindi scelte diverse anche in opposizione a se stesso qualora queste scelte risultassero più idonee al raggiungimento degli obiettivi di armonia ed integrazione con l’architettura e l’ambiente urbano, obiettivi più volte ribaditi e che stanno alla base del Piano del Colore.